http://www.reginamundi.info/ Cappella Virtuale

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San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo; che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli; e tu, o Principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell'inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. AMEN. Clicca su S.Michele A .>>> e vai alla Cappella virtuale Reginamundi.info

martedì 17 novembre 2015

"Non avrete il mio odio"

Antoine Leiris ai terroristi del Bataclan che hanno ucciso sua moglie


MASSIMO GRAMELLINI
 
“Non avrete il mio odio”
"Se ciò che chiamiamo Occidente ha un senso, questo senso palpita nelle parole con cui il signor Antoine Leiris si è rivolto su Facebook ai terroristi che al Bataclan hanno ucciso sua moglie.
«Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa.

L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice.
 Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio»".
L'umano nella città francescoocchetta.it/wordpress

domenica 15 novembre 2015

"I miei cattivi avevano tutti la barba..."

I miei cattivi avevano tutti la barba...

I CATTIVI HANNO LA BARBA

by Berlicche
Quando ero ragazzo, i miei cattivi avevano tutti la barba.Allora disegnavo un sacco. Passavo giornate a illustrare storie grandiose, dove eroi galattici combattevano cattivissimi di vario tipo. In seguito, ad un certo punto, giunsi a riempire integralmente parecchi grossi bloc notes con una storia futura particolareggiatissima, divisa in volumi e capitoli, con mappe stellari tridimensionali su carta quadrettata, date precise di avvenimenti che coprivano interi millenni. In quel periodo una cosa avevano in comune i diabolici imperatori stellari, gli astuti scienziati che Janus Kalawin o i guardiani della Pattuglia Iguana combattevano nella galassia futura: baffi e pizzo.Non so bene perché. Forse un cliché hollywoodiano: dalle comiche mute ai fascinosi malvagi impersonati da Basil Rathbone il "villain" ha spesso avuto questa caratteristica facciale. Era un modo semplice per distinguerli dagli altri: sei cattivo, vuoi conquistare il mondo, ti fai crescere la barbetta a punta. O forse era la loro maniera per riconoscersi, una sorta di club nel quale la barba era requisito di ammissione: "Il barone Zakkill non è più dei nostri, si è pentito ed è passato con i Guardiani: si è rasato".
Gli anni passano, e anche sulla mia faccia cominciarono ad affollarsi i primi peli di adolescente. La natura non mi ha favorito con un bell'aspetto, sono dotato di naso prominente e epidermide fin troppo predisposta a brufoli giganti. In quel periodo il mio volto assomigliava ad una pizza con peperoni, e farsi la barba era un'operazione delicata e dolorosa.
Così, contro le irritazioni cutanee, quei peli cominciai a farmeli crescere.Fu solo dopo qualche anno, guardandomi allo specchio, che mi accorsi che ero diventato l'immagine vivente dei cattivi che disegnavo da piccolo.Adesso le barbe sono tornate di moda, sia pure in formato cespuglio e non nella versione rifinita che richiede più tempo che radersi. I cattivi dei film non hanno più barba e pizzo. Io sì. Non l'ho mai più tolta. E so che l'essere diabolici, e cattivi, non dipende da quanti peli si hanno sul viso, ma sullo stomaco e sulla lingua.
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I miei cattivi...

c'era una volta il west  Henry Fonda Frank



lunedì 10 agosto 2015

Angeli e demoni.



angelo1

di Francesco Agnoli
Nelle prediche di papa Francesco, accanto a riferimenti costanti alla Misericordia di Dio, non mancano quelli   al demonio e all’Inferno. Anzi, non pochi osservatori si sono stupiti di quanto la figura di Satana  compaia sovente nelle parole del pontefice, non come se si parlasse di un simbolo, bensì di una forza personale operante nella storia.
Ma chi è il demonio?
Anzitutto è bene ricordare che si tratta di un angelo, cioè di una creatura di Dio, di grande bellezza, ribellatasi al suo Creatore. Gli angeli, sostiene san Tommaso nella Quaestio 50 della prima parte della Summa, sono creature del tutto immateriali, puri spiriti senza materia, che, a differenza di Dio, ricevono l’essere,
non lo possiedono originariamente, da sé (Thomas Tyn, Gli angeli in san Tommaso d’Aquino, Fede & Cultura, 2014). Dante li definisce “creati/ sì come sono, in loro essere intero”: in essi la materia non limita lo spirito, oppure, utilizzando un grande logico matematico che credeva nell’esistenza di intelligenze senza corpo, Kurt Godel, il cervello non limita, con la sua debolezza, la potenza e il “desiderio” della mente. Proprio sugli angeli, sul loro ruolo nella storia della Chiesa, dell’arte, della letteratura… è consigliabile un testo davvero completo e interessante, a cura di Saverio Gaeta e Marcello Stanzione, intitolato Inchiesta sugli angeli (Mondadori, 2014).
Tra gli angeli, messaggeri di Dio, vi è dunque anche Lucifero, la cui colpa principale fu la superbia: quel peccato che oscura la capacità di vedere, di capire davvero. Anche tra gli uomini, le menti potenzialmente più brillanti ed acute possono raggiungere una straordinaria incapacità di comprensione, quando siano accecate proprio dall’orgoglio. Credo che si possa dire, in quest’ottica, che, come la superbia ottunde ed obnubila l’intelligenza, così l’umiltà l’acuisce e illumina. Di qui la frase di Gesù: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. Dove piccoli non significa, appunto, sciocchi, corti, ma umili, cioè davvero capaci di comprensione.
Cosa fa e cosa vuole il demonio? Ce lo racconta l’esorcista Sante Babolin nel suo L’esorcismo (Messaggero, 2014) e in una intervista al settimanale Tempi. Interpellato con la domanda: “Chi sei tu?”, il demonio ha risposto: “Sono nessuno. Ho perduto il mio nome”. Come a dire che egli è colui che, separandosi definitivamente dal Creatore, ha smarrito ogni sua ragione di essere, e persino se stesso. Ecco perché viene definito, nella tradizione, il Menzognero, l’Omicida, il Distruttore, il Divisore… Il demonio esiste, ma vorrebbe non esistere più; è figlio della creazione, ma vive per la distruzione, sua e del mondo intero. Vuole annichilire tutto ciò che nel mondo indica comunione, amore, cioè ciò che lui ha voluto negare. Per questo, aggiunge Babolin, il demonio vuole profanare e distruggere la famiglia e l’eucaristia: ciò che unisce gli uomini tra loro, e il sacramento che unisce l’uomo a Dio.
demone-con-donna
Il demonio dunque, nella teologia cattolica, è un essere personale che agisce nella storia. Su quanto sia grande la sua potenza, si è sempre discusso: vi è chi la sopravvaluta, dimenticando che Satana non è un dio; e chi la sottovaluta, e riduce il demonio ad un simbolo. Nella predicazione il pendolo si muove spesso tra gli estremi. Ma si fa un pessimo servizio alla fede, sia quando lo si trasforma nel burattinaio onnipotente, riducendo l’uomo a una comparsa, sia quando si nega del tutto la sua azione. Si va così, nella storia della Chiesa, dall’Inquisizione che nel Seicento colpisce spesso gli esorcisti, rei di vedere il diavolo ovunque, favorendo una religiosità talora cupa e pessimista, alla Chiesa di anni più recenti, che emargina questi importanti ministri, tace l’azione del demonio, annullando così, implicitamente, il senso dell’Incarnazione e dei sacramenti. Il diavolo, diceva sant’Agostino, è un cane alla catena: morde chi gli si avvicina.
Se c’è il diavolo, c’è anche l’inferno (chi ci sia dentro, la Chiesa, che ha il potere di identificare alcuni salvati, i santi, non lo sa e non può saperlo). Potrà sembrare strano, ma non si tratta di una “invenzione” della Chiesa. La quale, al contrario, ha “inventato” il Paradiso. Michelangelo Tàbet, in Inferno e dintorni (a cura di Serafino Lanzetta, Cantagalli, 2010), ricorda proprio come nel mondo pre-cristiano l’aldilà fosse visto per lo più come un luogo infero, sotterraneo, buio, infelice. L’Ade greco è a lungo solo un luogo oscuro, senza speranza e senza beatitudine; presso i popoli dell’Oriente “domina un concetto di giustizia divina descritto non di rado come forza arbitraria, capricciosa, desiderosa di vendetta”; tra i “babilonesi la vita del giusto nell’oltretomba non era per niente desiderabile: un cammino senza ritorno, una realtà priva di luce, dove l’alimento è polvere e fango”…
Certo, qua e là emerge, più o meno confusa, la necessità di una sorte diversa per buoni e malvagi, ma mentre gli inferi sono ben caratterizzati in modo negativo, la condizione dei giusti ha ben poco a che vedere con quella beatitudine che, secondo il Nuovo Testamento, è stata preparata per i buoni da un Dio definito, da san Giovanni, come “Amore”. Il Foglio, 19/6/2014


Kairos: Angeli e demoni...

venerdì 24 luglio 2015

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; contro le malvagità e le insidie del diavolo sii nostro aiuto.

La contadina e le candele

Anni fa una contadina, essendo il marito ammalato gravemente, fece voto di accendere ogni giorno, per un intero anno, un cero dinanzi all'effige della Santa Vergine.
Tutte le mattine, di buon'ora, correva fino alla piazza principale del paese dove si ergeva la chiesa parrocchiale e, recitato un Pater, Ave e Gloria, offriva la sua candela alla Madonna.
Poi se ne tornava velocemente a casa per assistere il marito infermo.
Dopo nove giorni, l'uomo si alzò dal letto guarito.
Il decimo giorno, la donna, avendo da lavare tutta la biancheria accumulatasi durante la malattia del marito, disse tra sé:
" Oggi ho troppo lavoro da sbrigare. Vorrà dire che andrò in chiesa domani e accenderò due ceri "
L'indomani pioveva grosso un dito, perciò la donna si disse:
" Oggi c'è troppa pioggia. Se uscissi, m'inzupperei tutta. Vorrà dire che andrò domani e accenderò tre ceri "
Di giorno in giorno, trovava sempre una scusa buona per non andarci. Però la brava donna si faceva premura di tenere il conto delle candele che avrebbe dovuto accendere.
E così un bel dì si accorse che erano già cinquanta e pensò :
" Cinquanta candele ? Ma se io, adesso, vado in chiesa ad accendere cinquanta candele mi prenderanno certamente per matta! "
Perciò decise di lasciar stare.

Troppo spesso ci rivolgiamo a Lui solo nel bisogno e ci dimentichiamo di ringraziarlo ogni giorno per il dono della vita.
Troppo presi dalle nostre vite, dai nostri mille impegni .... però quando abbiamo bisogno il tempo per chiedergli una grazia lo troviamo. 







Il cuore - Martin Buber

Rabbi Mendel soleva dire che tutti gli uomini che gli avevano chiesto di pregare Dio per loro gli passavano nella mente quando diceva la tacita preghiera delle Diciotto Benedizioni (preghiera che si recita tre volte al giorno stando in piedi).
Un giorno un tale si stupì che ciò fosse possibile, poiché il tempo non bastava certo. Rabbi Mendel rispose: "Una traccia della pena di ognuno rimane incisa nel mio cuore. Nell'ora delle preghiera io apro il mio cuore e dico: Signore del mondo, leggi ciò che è scritto qui!".

Martin Buber

Da: “Storie e leggende chassidiche”, Mondadori






Il ritmico battito del cuore lo percepisco identico come allora, nel chiasso del nostro mondo, non appena vi accosto l’orecchio.
È forse addirittura vero che, quanto più lo si vuole sopraffare con i nostri rumori e nullità, quel ritmo si fa sentire con tanta maggiore ostinazione, fedeltà e silenzio.
Alla nostra volontà di potere e alla nostra impotenza esso si manifesta come l’unità, a null’altra paragonabile, di potere e d’impotenza, in cui sta in assoluto l’essenza dell’amore.


Hans Urs von Balthasar
da: "Il cuore del mondo"





San Michele Arcangelo, 
difendici nella battaglia; 
contro le malvagità 
e le insidie del diavolo sii nostro aiuto.

Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! 
E tu, principe delle milizie celesti, 
con la potenza che ti viene da Dio, 
ricaccia nell’inferno satana 
e gli altri spiriti maligni 
che si aggirano per il mondo 
a perdizione delle anime. Amen!




Buona giornata a tutti. :-) www.leggoerifletto.it
By leggoerifletto

giovedì 23 luglio 2015

Le due città.

Originally posted on il blog di Costanza Miriano:

DI AUTORI VARI

s.michael
Leone XIII  – Humanum Genus  – 
Il genere umano, dopo che “per l’invidia di Lucifero” si ribellò sventuratamente a Dio creatore e largitore de’ doni soprannaturali, si divise come in due campi diversi e nemici tra loro; l’uno dei quali combatte senza posa per il trionfo della verità e del bene, l’altro per il trionfo del male e dell’errore. Il primo è il regno di Dio sulla terra, cioè la vera Chiesa di Gesù Cristo; e chi vuole appartenervi con sincero affetto e come conviene a salute, deve servire con tutta la mente e con tutto il cuore a Dio e all’Unigenito Figlio di Lui.
Il secondo è il regno di Satana, e sudditi ne sono quanti, seguendo i funesti esempi del loro capo e dei comuni progenitori, ricusano di obbedire all’eterna e divina legge, e molte cose imprendono senza curarsi di Dio, molte contro Dio. Questi due regni, simili a due città che con leggi opposte vanno ad opposti fini, con grande acume di mente vide e descrisse Agostino, e risali al principio generatore di entrambi con queste brevi e profonde parole: “Due città nacquero da due amori; la terrena dall’amore di sé fino al disprezzo di Dio, la celeste dall’amore di Dio fino al disprezzo di sé (De Civit. Dei, lib. XIV, c. 17).
In tutta la lunga serie dei secoli queste due città pugnarono l’una contro l’altra con armi e combattimenti vari, benché non sempre con l’ardore e l’impeto stesso. Ma ai tempi nostri i partigiani della città malvagia, ispirati e aiutati da quella società, che larga mente diffusa e fortemente congegnata prende il nome di Società Massonica, pare che tutti cospirino insieme, e tentino le ultime prove. Imperocché senza più dissimulare i loro disegni, insorgono con estrema audacia contro la sovranità di Dio; lavorano pubblicamente e a viso aperto a rovina della Santa Chiesa, con proponimento di spogliare affatto, se fosse possibile, i popoli cristiani dei benefizi recati al mondo da Gesù Cristo nostro Salvatore.
Gemendo su questi mali, spesso, incalzati dalla carità, Noi siam costretti a gridare a Dio: “Ecco, i nemici tuoi menano gran rumore e quei che t’odiano hanno alzato la testa. Hanno formato malvagi disegni contro i tuoi santi. Hanno detto: venite, e cancelliamoli dai numero delle nazioni”
fonte: vatican.va

lunedì 20 luglio 2015

Berlicche...non siamo abbandonati!

Mondo di angeli e mostri

by Berlicche
Un mondo nel quale ci sono mostri, e fantasmi, e cose che vogliono rubare il vostro cuore è un mondo nel quale ci sono angeli, e sogni e un mondo nel quale c'è speranza* Neil Gaiman
Ha ragione Neil. Se anche questo mondo può apparire a volte pieno di mostri orrendi - e la stragrande di questi mostri orrendi portano nomi umani - tuttavia non siamo abbandonati.
Mi fa molta più paura una terra dove la speranza è grigia e spenta, dove non c'è posto né per mostri né per angeli perché non esiste bellezza e nessuno vuole rubarti il cuore, perché il cuore non ce l'hai più.
E chi a questo vuole arrivare.
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*“A world in which there are monsters, and ghosts, and things that want to steal your heart is a world in which there are angels, and dreams and a world in which there is hope.”

venerdì 17 luglio 2015

Lussuria!!!

ViViZio – 3 – Lussuria!!!

by Berlicche
Cari colleghi demoni e studenti e praticanti delle qualità umane note come vizi, oggi tratteremo quella che, per molti, rappresenta il loro vertice, ovvero la
Lussuria.Cos’è la lussuria? E’ il naturale dispiegarsi delle energie umane verso il piacere. Con la pratica di questa virtù alternativa l’uomo ritrova il suo posto in mezzo al creato, alla pari con tutti gli altri animali. Anzi, dimostra la sua superiorità. Mentre nell’animale la sensualità è limitata dall’istinto di riproduzione, gli esseri umani sono in grado di superare questa limitazione e dedicare ogni momento dell’esistenza alla ricerca della soddisfazione. Il lussurioso vede l’inutilità di inseguire qualcosa che vada oltre il momentaneo, l’immediato. E’ un raffinato filosofo, che estrae il meglio dall’istante presente.
Se vogliamo, è l’attuarsi pratico di quella superbia di cui abbiamo già discusso. Chi persegue la lussuria sta dicendo: l’importante della vita è soddisfare al massimo le mie terminazioni nervose, senza occuparsi troppo del modo in cui lo faccio. Sarebbe però limitativo ridurre la sua ricerca solo alla parte fisica: il lussurioso autentico sa che questa qualità ha pure una componente mentale e spirituale.
Se dunque desiderate perseguire la strada della totale soddisfazione, non limitatevi alla pur benemerita ricerca di sfogo sessuale materiale. Essa è il vertice dell’amore, l’amore così puro che non ha neanche bisogno di un amato. E’ l’indulgere in ciò che più gusta alla vostra testa. Anche la mente ha bisogno di sfogarsi!
Indugiate nei pensieri più perversi. Che male vi possono fare? Se non siete ancora pronti a trasformarli in realtà vi possono comunque regalare intensi momenti in cui scordare il mondo e le vostre preoccupazioni. Quando poi vorrete portarli sul piano pratico vi sarà tutto più semplice: il connubio tra l’immaginazione e la fisicità vi donerà i più alti momenti di piacere.
Come il pilota da corsa prova la pista prima della gara, così anche voi portatevi avanti pensando modi sempre nuovi e diversi per raggiungere quegli orgasmici momenti che sono la meta finale di ogni buon lussurioso. Eviterete anche quella noia che è il vero flagello di tutti i seguaci del piacere. Il Nemico-che-sta-lassù ha posto infatti dentro l’essere umano un desiderio che mai non si spegne. Se indulgete troppo in una certa pratica questa inizia ad apparirvi ripetitiva, senza gusto. Quel desiderio vi sospinge avanti facendovi venire a noia anche la perversione più raffinata.
Che sadismo! Che pretesa di regolare le vostre vite! Non lasciatevi intimidire da questa maledizione ma ricercate modi di godere sempre più esotici. Ne potete trovare quanti ne volete, man mano che vi allontanate da quello che le menti deboli chiamano bene o morale. Guai a voi se cercaste qualcosa di diverso dalla lussuria per soddisfare questo infame desiderio infinito. Rischiereste di ricadere nel grigiore di un’esistenza banale.
Avete visto troppe volte anche voi la triste fine di coloro che non cercano più il piacere dei sensi. Si sono riempiti di dubbi e di scrupoli, e sono diventati incapaci di godere appieno della vita. Hanno incominciato a volere bene al proprio giocattolo sessuale, invece di usarlo e scartarlo alla fine della sua utilità. Hanno addirittura smesso di cercare di ottenere il piacere con qualsiasi mezzo, e hanno cominciato a pensare ad un destino ultimo che è solo illusione. Patetici!
Per vostra e nostra fortuna è una strada che può essere invertita, e anche chi pensa di essere salito in alto può ricadere in un attimo sui nostri comodi materassi. Perciò anche voi, che vi siete dedicati ad una vita proba e solo ora avete scoperto le soddisfazioni ben maggiori che possono dare i sensi, non esitate a esprimere le vostre passioni. Soprattutto, non crediate di stare facendo qualcosa di male. L’amore è amore: si tratta di uno sfogo più che legittimo, e niente deve potervi limitare in questa corsa verso qualsivoglia desiderio vi alberghi nel cuore. Se vi manca la fantasia, sarò più che lieto di suggerirvi nuovi atti che risveglieranno in voi appetiti sopiti e vi faranno toccare l’abisso con un dito.
Non fatevi ingannare da coloro che dicono che ci sono confini che non bisogna oltrepassare. Sono troppo timidi, troppo limitati, sono dei pavidi e dei codardi. Non sanno di cosa parlano: come potrebbe esserci qualcosa di proibito? E’ libertà ciò di cui parliamo, quella di perseguire il massimo del godimento, e questi vorrebbero limitarla? Non lasciate toccare la vostra libertà, lottate per il diritto di fare ciò che volete. Ricordate che il confine di oggi sarà la linea di partenza di domani, man mano che andate innanzi lungo la strada che porta giù al piacere assoluto.
Rivendicate con orgoglio – altra qualità troppo spesso dimenticata – chi siete e cosa volete, e stroncate con tutta la forza di cui siete capaci chi vi vorrebbe impedire di realizzarlo. Ricordate che la morale è una costruzione umana, e come uomini assumetevi il compito di costruirvela come vi pare e piace. Ogni uomo ha diritto a tutto il lusso e tutta la lussuria, tutto il godimento e tutto il piacere che può immaginare. Non lasciate che gli altri siano un ostacolo: prendetevi ciò che vi spetta.
Non crediate che io, essendo una creatura spirituale, non capisca le vostre urgenze. Sono millenni e millenni che do consigli alla vostra specie su come realizzarsi appieno, e nessun mortale sulla terra se ne è mai lamentato. Si potrebbe dire che anch’io inseguo il mio sogno di lussuria, in fondo non diverso dal vostro, anzi, che dal vostro dipende. Poche cose infatti mi danno più piacere dal vedervi prendere le vostre soddisfazioni senza freno o ritegno. Quando vi vedo usare e abusare dei corpi vostri e degli altri sento dentro qualcosa di indescrivibile, che posso solo paragonare al vostro adocchiare una preda per sfogare la lussuria, o, se vogliamo, veder cucinare un ottimo pranzo.
In che modo poi io trovi il completamento di questo mio sentimento ve lo illustrerò un’altra volta.
12lussuriosi

domenica 12 luglio 2015

I demoni del bene.



I demoni del bene.


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 I demoni del bene

“Vi spiego (senza moralismi) perché il gender è sbagliato”
AlainDeBenoist

Roma, 10 lug – Il suo ultimo libro, I demoni del bene, ha affrontato una delle questioni più spinose degli ultimi tempi, ovvero la cosiddetta“ideologia gender”. Alain de Benoist è un pensatore che non si mai sottratto al confronto serrato con il presente e le sue complessità. Ora, in questa conversazione con Il Primato Nazionale, spiega: “L’ideologia del genere esiste ed è un sogno di indistinzione. Ma attenzione alle critiche che si basano sulla moralità…”.
Il dibattito sulla teoria del genere è bloccato dal fatto che i suoi sostenitori sostengono… che essa non esista. Secondo il movimento lgbt, non c’è mai stata una simile teoria, si tratta soltanto di lottare contro le discriminazioni. La teoria gender, spiegano i militanti gay, sarebbe stata inventata dal Vaticano per dare l’idea di un complotto omosessuale con finalità misteriose e sordide. Insomma, alla fin fine, questa teoria del genere esiste o no, secondo lei ?
Certo che esiste! Cosa sono autori come Judith Butler, Eric Fassin, Monique Wittig e molti altri se non rappresentanti della teoria del genere, ovvero di una teoria che sostiene che le identità sessuali non dipendono in alcun modo dal sesso biologico o dall’appartenenza sessuata. Ma questa teoria non è per nulla il risultato di un “complotto omosessuale”. Essa si fonda sull’idea che l’identità sessuale derivi da una pura “costruzione sociale”, che alla nascita non ci sia alcuna differenza significativa tra maschi e femmine (postulato di neutralità), che l’individuo non debba niente alla natura e che egli possa costruire se stesso a partire dal nulla (fantasma dell’autocreazione). Quanto alla discriminazione, ci sono modi molti differenti di lottare contro di essa. Se parliamo di trattare inegualmente uomini e donne, sono certamente il primo a volerla far scomparire. Ma bisognerebbe anche capire se questa eguaglianza è sinonimo di medesimezza, ovvero se, per stabilire l’eguaglianza fra i sessi, bisogna pure far scomparire la differenza fra i sessi, cosa che io ovviamente non credo. Lo stesso vale per gli “stereotipi”, che non sono altro che delle verità statistiche generalizzate in modo abusivo. Il modo in cui certi immaginano che per “decostruire gli stereotipi” occorra attaccare le nozioni stesse di maschile e femminile rivela che essi aderiscono al postulato di base della teoria del genere, anche quando si difendono da tale accusa.
L’insieme di coloro che lottano contro l’ideologia gender è ampio e variegato. Anche gli argomenti utilizzati sono i più svariati. Ci sono, secondo lei, degli argomenti che dovrebbero essere evitati, che mancano il bersaglio o che fanno il gioco del nemico che pretendono di combattere?
Ci sono in effetti modi molto differenti di criticare l’ideologia del genere. Nel mio libro, I demoni del bene, la critica che ne ho fatto è di ordine esclusivamente intellettuale: io studio questa ideologia per sapere quale sia il suo valore di verità e constato che esso è nullo e dico perché lo è. Negli ambienti cattolici, non viene tanto sviluppata una critica di questo tipo, quanto una criticamorale. Il postulato da cui si parte è che la teoria del genere miri a legittimare comportamenti sessuali che sono stati preliminarmente dichiarati “aberranti” o “anormali”, a cominciare dall’omosessualità. Io sono in doppio disaccordo con questa idea. Per prima cosa, ed è un punto fondamentale, io credo che l’obbiettivo della teoria del genere non sia di giustificare tale o talaltro comportamento sessuale ma di negare la differenza fra i sessi, e non è affatto la stessa cosa. Non è un sogno “omosessualista”, è un sogno d’indistinzione. Inoltre non esprimo, da parte mia, alcun giudizio morale sulle preferenze e gli orientamenti sessuali. Del resto non vedo in nome di cosa potrei formulare un simile giudizio. L’omofobia, ai miei occhi, non è che una bestialità tra le altre. Ciò che invece mi sembra importante è di ricordare che il maschile e il femminile esistono indipendentemente dagli orientamenti sessuali. Gli omosessuali non formano affatto un “terzo sesso”, per la semplice ragione che ce ne sono solo due. I gay e le lesbiche sono uomini e donne come gli altri, uomini e donne aventi delle preferenze sessuali minoritarie. Ma minoritario non vuol dire affatto “meno naturali”: una norma statistica non è la stessa cosa che una norma morale. Tutto questo per dire che io non sono fra coloro che criticano la teoria del genere nella speranza di tornare al vecchio ordine morale.
Se è folle pretendere che le differenze tra uomini e donne non esistano o non abbiano a che fare con i loro rispettivi ruoli sociali, è anche vero che oggi i ruoli sociali maschili e femminili devono essere ripensati. Lei è d’accordo?
È un dato di fatto che i ruoli sociali di uomini e donne sono radicalmente cambiati nel corso degli ultimi decenni. La linea di separazione plurisecolare tra una sfera privata femminile e una sfera pubblica maschile si è progressivamente cancellata, con l’integrazione di una vasta maggioranza di donne nel sistema del lavoro salariato. L’avvento della contraccezione, la legalizzazione dell’aborto, la disgiunzione delle responsabilità familiari dagli attributi sessuali, hanno dato alle donne delle libertà che io non rimpiango affatto abbiano avuto. Non sono un nostalgico del patriarcato vecchio stile, che non è mai stato così insopportabile come durante la “Belle Epoque” della rivoluzione industriale e dell’ascesa delle classi borghesi! Credo però che alcune di queste libertà si siano rivelate illusorie. La possibilità data alle donne di lavorare fuori di casa, per esempio, si è rivelata allo stesso tempo una liberazione e una alienazione (a vantaggio del sistema capitalista). E della “rivoluzione sessuale” hanno alla fine approfittato soprattutto gli uomini… La questione è tutta nel sapere se questa trasformazione dei ruoli sociali maschili e femminili deve portare a una negazione o a una sparizione della femminilità e della virilità. Io non lo penso assolutamente. L’appartenenza sessuata non è una questione di organi sessuali (il cervello stesso è sessuato fin dalla nascita), e la de-sessualizzazione di fatto di un certo numero di ruoli e di funzioni non ha certo fatto sparire questa costante antropologica della divisione del genere umano in due sessi. Nello spazio e nel tempo, in seno alle differenti culture, i ruoli sociali maschili e femminili si sono costantemente evoluti (è ciò che non vogliono vedere coloro che ragionano in termini essenzialisti), ma questa evoluzione non ha mai rimesso in causa il fatto che uomini e donne non appartengono al medesimo genere più di quanto non appartengano al medesimo sesso. Ciò che è dunque da ripensare, nel momento presente, è il modo nuovo in cui possono esprimersi ai nostri giorni il maschile e il femminile. L’errore, propagato dalla teoria del genere, sarebbe invece di credere che essi non debbano semplicemente più esprimersi perché non corrispondono più a nulla. Questo sarebbe come pensare che uomini e donne devono ormai concepirsi come individui astratti e non come soggetti incarnati, ovvero fare dell’astrazione dal corpo e dalla carne, dalla seduzione e dal rapporto sessuale. Come dice una femminista francese molto ostile alla teoria del genere, Camille Froidevaux-Metterie: “Perché, dopo essere state solo dei corpi, le donne dovrebbero vivere oggi come se non ne avessero uno?”.
All’interno della teoria gender è possibile identificare una questione più specifica, ovvero quella dell’odio di questa società verso la figura dell’uomo, del maschio e del padre?
Per secoli, all’interno del patriarcato, i valori femminili sono stati costantemente considerati come inferiori ai valori maschili. Nella tradizione cristiana, la donna è stata spesso piazzata, almeno simbolicamente, dal lato della voluttà, della seduzione e dunque del peccato. Tertulliano vi vedeva addirittura “l’antro del demonio”! In epoca classica, le donne sono state egualmente l’obbiettivo privilegiato dei processi per “stregoneria”. Oggi si è invece caduti nell’eccesso inverso. I valori tradizionalmente giudicati come femminili (sensibilità, spirito di aiuto reciproco e cooperazione etc) sono stati piazzati al di sopra dei valori maschili. Tutto ciò che evoca la virilità o la mascolinità suscita sarcasmo, disprezzo o ostilità. La nozione di autorità è discreditata nel suo principio – anche se nella vita reale essa resta onnipresente, sotto forme spesso ipocrite. Parallelamente, il bambino (sempre considerato nel passato come carnalmente più legato alla madre che al padre) è fatto oggetto di una idolatria senza precedenti. Un tempo il crimine supremo era il parricidio, oggi è l’infanticidio. Questa situazione non è preferibile al regno del maschile. Essa ne costituisce l’inversione simmetrica. Non si esce dalla mancanza di equilibrio quando si sostituisce il patriarcato con il matriarcato. Ciò che è specialmente preoccupante nel crollo della figura paterna è il fatto che il padre non può più esercitare il ruolo che deve naturalmente svolgere: incarnare la Legge simbolica che permette al bambino di mettere fine alla “fusione materna” propria alla prima infanzia, ovvero, più semplicemente, di entrare nell’età adulta. La destituzione dei valori virili conduce gli uomini a dubitare di se stessi, cosa che deteriora gravemente i rapporti fra i sessi. Il crollo della funzione paterna produce una generazione di narcisisti immaturi che non hanno mai risolto il complesso di Edipo. Questa evoluzione è uno degli aspetti centrali della società postmoderna che si dispiega sotto i nostri occhi.
(a cura di Adriano Scianca)

Kairos

sabato 4 luglio 2015

San Michele Arcangelo nella Divina Commedia.


1/2 Roberto Benigni - San Michele Arcangelo nella Divina Commedia




2/2 Roberto Benigni - San Michele Arcangelo nella Divina Commedia



* Roberto Benigni recita Dante (Inferno: Canto XXVI, Il canto di Ulisse) 3/6



“L’AMOR CHE MOVE IL SOLE E L’ALTRE STELLE…”

   *** TUTTO DANTE ***

BENIGNI RECITA DANTE

Roberto Benigni ” Commuove “Il Parlamento Europeo 2011