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San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo; che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli; e tu, o Principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell'inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. AMEN. Clicca su S.Michele A .>>> e vai alla Cappella virtuale Reginamundi.info

mercoledì 30 aprile 2014

L’esorcismo. Ministero della consolazione

Il Diavolo è diventato «liquido»...


Anche sul blog di ...
costanzamiriano.com

 di Roberto I. Zanini    per Avvenire


«Non ho mai dubitato dell’esistenza del diavolo e dei suoi influssi sull’uomo, ma da quando faccio l’esorcista ho davvero capito che cosa significhi. Il Maligno è capace di distruggere culture, di distruggere popoli. Invidia l’uomo, soprattutto ne invidia la capacità di amare e a causa di questa invidia c’è tanta gente che soffre. Ho insegnato filosofia alla Gregoriana per oltre 30 anni. Quando sono tornato a Padova, la mia diocesi, il vescovo Antonio Mattiazzo mi ha affidato questo ministero. In sette anni ho seguito oltre 1300 persone con disagi dell’anima più o meno gravi. E si tratta di uomini e donne della sola diocesi perché ho deciso, d’accordo con i Superiori, di non accogliere le richieste che vengono da fuori diocesi. Un po’ perché non riuscirei, un po’ perché è importante che i vescovi comprendano l’urgenza del problema e non trascurino la nomina di esorcisti».
Quella che descrive don Sante Babolin, ordinario emerito di Filosofia con alle spalle decine di pubblicazioni, è una vera emergenza pastorale. Lui stesso la definisce così. E il suo ultimo libro, che nasce dall’esperienza di esorcista a Padova (L’esorcismo. Ministero della consolazione Edizioni Messaggero Padova, pagine 236, euro 18), si presenta come un manuale di rara efficacia, capace di fornire una lettura del problema in ogni suo aspetto: attento alle urgenze spirituali, senza mistificare la realtà e mai cadere nel sensazionalismo.

Nella prefazione lei sottolinea, col filosofo Maurice Blondel, che "la vera filosofia è la santità della ragione".

«È l’argomento decisivo. Quando ero professore (per 40 anni: 7 in Seminario a Padova e 33 alla Gregoriana), il mio obiettivo era unire la cattedra (la ragione) con l’altare (la preghiera), senza sovrapporle, e ho considerato l’insegnamento come un ministero. Ora che sono sempre ancorato all’altare so di dover continuare a usare la ragione, l’unico strumento che un uomo possiede per esercitare il suo doveroso discernimento».

E la santità?

«È nell’amore per la verità e nell’attaccamento a Cristo unico esorcista; per questo l’unico esorcismo è la Croce, che ha vinto definitivamente il Maligno. Cristo è il nuovo Adamo, capostipite dell’umanità nuova, insieme con sua Madre, la Beata Vergine Maria, nuova Eva, in un rapporto d’amore autentico».

L’amore cercato e vissuto attraverso la ragione, cioè in totale contrasto con la cultura di oggi inchinata al dominio dei sensi.

«La cultura odierna corre il serio rischio di restare sempre alla superficie. Si apprezzano le sensazioni, si fanno collezioni di belle esperienze... Ma non si ragiona. Il tempo per il discernimento è ridotto al minimo. E questo è un guaio».

Un guaio? Ma se la gente fa l’elogio della spontaneità, delle cose fatte all’impronta...

«E non si rende conto che in questo modo la libertà sfuma, perché la radice della libertà sta nella ragione. La libertà è la ragione della ragione, perché sta nella scelta, come sostiene Blondel nella sua opera principale, L’Action, influenzato dal De Consideratione di San Bernardo, che vede nella libertà dell’uomo l’immagine di Dio. Quindi diminuire la ragione vuol dire diminuire la libertà, significa diventare irresponsabili della realtà in cui viviamo, in balia dell’immediato, del "mi sento"».

È l’ideologia della pubblicità, dei media, dei social network.

«E i giovani, ma sempre di più anche gli adulti, dicono: "Se mi sento lo faccio". Ma non è sul "mi sento" che si fonda la legge, la libera convivenza civile. Se c’è un impegno non devo aspettare di "sentirmi". Ne vale della mia dignità di essere umano. Tutto è collegato: ragione, libertà, dignità».

Dignità?

«Esatto: dignità. Perché la dignità è legata alla libertà. La mia dignità di essere umano si esercita nell’uso della ragione, del discernimento, nella consapevolezza di essere quello che sono: una sintesi perfetta di materia e di spirito. La santità equivale alla firma di sottoscrizione: mi riconosco per quell’essere sacro che sono».


Ma la vita di tutti i giorni, lo abbiamo detto, spesso corre su altri binari.
«È tipico del diavolo tenerci lontani dalla pienezza della nostra identità di esseri umani. La sua arma più sottile è la confusione, per cui non si sa più dove sia la destra e dove sia la sinistra, come la gente di Ninive alla quale viene inviato Giona. Ho imparato che, quando c’è confusione, c’è sempre il Maligno che opera. L’altra arma è la seduzione, l’attrazione per l’immediato, per il facile che si incontra, per il tutto subito e senza fatica. Ma non possiamo essere liberi se siamo dominati dai sensi e dall’istinto».
C’è chi esalta l’istinto come ciò che ci unisce alla naturalità.
«L’istinto è ciò che abbiamo in comune con gli animali. Ma l’essere umano è chiamato a gestire le cose secondo la ragione. Non è schiavo dell’istinto. È libero di dare ogni giorno una risposta all’amore di Dio che si riversa su di lui... Anzi, la vera libertà si attua amando. Si è liberi per amare, non si è liberi per essere liberi».
Come lei spiega nel libro: ogni volta che si ama il diavolo ne esce sconfitto?
«Al Maligno dà fastidio l’amore umano. In un esorcismo il diavolo mi disse con rabbia: "Non sopporto che si amino!". Si riferiva a una coppia sposata. Questo mi ha fatto molto riflettere sul ruolo fondamentale del matrimonio. Sono due le armi, in nostro possesso, contro il demonio: la preghiera, cioè la relazione d’amore con Dio Padre e l’amore per il prossimo. Il matrimonio è il sacramento dell’amore. Per questo il diavolo lo vuole distruggere. E tanti problemi si superano con un atto di perdono, che è un di più d’amore, che mette "ko" il diavolo».
Dove si nasconde meglio il diavolo oggi? O, se vuole, dov’è che ha buon gioco?
«Direi su quello che era il cuore del pensiero greco che sta alla radice del mondo occidentale, cioè la dialettica del logos, la distinzione fra vero e falso, fra bene e male: il diavolo oggi ha buon gioco nel tentativo di annientare questa caratteristica essenziale dell’uomo che vuole essere libero. Anche a causa dell’influsso di ideologie orientaleggianti (new age) si sta affermando con prevalenza un modello di pensiero analogico, cioè fondato sulla verosimiglianza, non sulla verità. In questo modo si agevola il disorientamento, si privilegia il pensiero liquido, la scienza diventa schiava della tecnica, così che tutto ciò che è tecnicamente fattibile diventa scientificamente valido... E, lo abbiamo detto, dove non c’è libero uso della ragione non ci può essere amore e il diavolo ha campo aperto».
Roberto I. Zanini (Avvenire)

martedì 29 aprile 2014

Non prevalebunt!

Rivolgiamo le nostre preghiere a San Michele Arcangelo perché ci custodisca, ci protegga e ci sostenga.

Collegamento permanente dell'immagine integrata
Non prevalebunt! “:

giovedì 17 aprile 2014

Giu ...♡... ma" Tanti Auguri a tutti i Berliche & Malacoda"

Buona Pasqua dal ...♡ ...cuore.

Pasqua

visita: www.palentini.it e facebook

 




Alberto Palentini



e un post ribloggato da ....


 Gianna...AUGURI

Auguri a tutti ! 




 Pasqua

È risorto Gesù!
Lo puoi trovare ora
in ogni uomo:
in chi soffre e lotta
per la libertà,
in chi soffre a lotta
per difendere la pace

nell’amico
che ti stringe la mano,
in chi cerca
l’amore degli uomini.

Hardy Tentle




Il Signore è risorto
 e pone su di te la Sua mano.

Giu ...♡ ... ma

venerdì 11 aprile 2014

Il diavolo c’è!

Il Papa: il diavolo c'è anche nel XXI secolo, impariamo dal Vangelo come combatterlo

2014-04-11 Radio Vaticana
Impariamo dal Vangelo a lottare contro le tentazioni del demonio. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha sottolineato che tutti siamo tentati, perché il diavolo non vuole la nostra santità. Ed ha ribadito che la vita cristiana è proprio una lotta contro il male. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“La vita di Gesù è stata una lotta. Lui è venuto a vincere il male, a vincere il principe di questo mondo, a vincere il demonio”. Papa Francesco ha esordito così nella sua omelia, tutta dedicata alla lotta contro il demonio. Una lotta, ha detto, che deve affrontare ogni cristiano. Il demonio, ha sottolineato, “ha tentato Gesù tante volte, e Gesù ha sentito nella sua vita le tentazioni” come “anche le persecuzioni”. Ed ha avvertito che noi cristiani, “che vogliamo seguire Gesù”, “dobbiamo conoscere bene questa verità”:
“Anche noi siamo tentati, anche noi siamo oggetto dell’attacco del demonio, perché lo spirito del Male non vuole la nostra santità, non vuole la testimonianza cristiana, non vuole che noi siamo discepoli di Gesù. E come fa lo spirito del Male per allontanarci dalla strada di Gesù con la sua tentazione? La tentazione del demonio ha tre caratteristiche e noi dobbiamo conoscerle per non cadere nelle trappole. Come fa il demonio per allontanarci dalla strada di Gesù? La tentazione incomincia lievemente, ma cresce: sempre cresce. Secondo, cresce e contagia un altro, si trasmette ad un altro, cerca di essere comunitaria. E alla fine, per tranquillizzare l’anima, si giustifica. Cresce, contagia e si giustifica”.
La prima tentazione di Gesù, ha osservato, “quasi sembra una seduzione”: il diavolo dice a Gesù di buttarsi dal Tempio e così, sostiene il tentatore, “tutti diranno: ‘Ecco il Messia!’”. E’ lo stesso che ha fatto con Adamo ed Eva: “E’ la seduzione”. Il diavolo, ha detto il Papa, “quasi parla come se fosse un maestro spirituale”. E “quando viene respinta”, allora “cresce: cresce e torna più forte”. Gesù, ha rammentato il Papa, “lo dice nel Vangelo di Luca: quando il demonio è respinto, gira e cerca alcuni compagni e con questa banda, torna”. Dunque “cresce anche coinvolgendo altri”. Così è “successo con Gesù”, “il demonio coinvolge” i suoi nemici. E quello che “sembrava un filo d’acqua, un piccolo filo d’acqua, tranquillo – ha ammonito Francesco – diviene una marea”. La tentazione “cresce, e contagia. E alla fine, si giustifica”. Il Papa ha ricordato che quando Gesù predica nella Sinagoga, subito i suoi nemici lo sminuiscono, dicendo: “Ma, questo è il figlio di Giuseppe, il falegname, il figlio di Maria! Mai andato all’università! Ma con che autorità parla? Non ha studiato!”. La tentazione, ha detto, “ha coinvolto tutti, contro Gesù”. E il punto più alto, “più forte della giustificazione - ha rilevato il Papa - è quello del sacerdote”, quando dice: “Non sapete che è meglio che un uomo muoia” per salvare “il popolo?”:
“Abbiamo una tentazione che cresce: cresce e contagia gli altri. Pensiamo ad una chiacchiera, per esempio: io ho un po’ di invidia per quella persona, per l’altra, e prima ho l’invidia dentro, solo, e bisogna condividerla e va da un’altra persona e dice: ‘Ma tu hai visto quella persona?’ … e cerca di crescere e contagia un altro e un altro … Ma questo è il meccanismo delle chiacchiere e tutti noi siamo stati tentati di fare chiacchiere! Forse qualcuno di voi no, se è santo, ma anche io sono stato tentato di chiacchierare! E’ una tentazione quotidiana, quella. Ma incomincia così, soavemente, come il filo d’acqua. Cresce per contagio e alla fine si giustifica”.
Stiamo attenti, ha detto ancora il Pontefice, “quando, nel nostro cuore, sentiamo qualcosa che finirà per distruggere” le persone. “Stiamo attenti – ha rimarcato – perché se non fermiamo a tempo quel filo d’acqua, quando crescerà e contagerà sarà una marea tale che soltanto ci porterà a giustificarci male, come si sono giustificate queste persone”, affermando che “è meglio che muoia un uomo per il popolo”:
“Tutti siamo tentati, perché la legge della vita spirituale, la nostra vita cristiana, è una lotta: una lotta. Perché il principe di questo mondo – il diavolo – non vuole la nostra santità, non vuole che noi seguiamo Cristo. Qualcuno di voi, forse, non so, può dire: ‘Ma, Padre, che antico è lei: parlare del diavolo nel secolo XXI!’. Ma, guardate che il diavolo c’è! Il diavolo c’è. Anche nel secolo XXI! E non dobbiamo essere ingenui, eh? Dobbiamo imparare dal Vangelo come si fa la lotta contro di lui”.


Pubblicazione1

Il diavolo c’è!

mercoledì 9 aprile 2014

Saint Michael...

Carlo Crivelli

Saint Michael, detailtempera and gold on panelThe National Gallery, London
Reblogged from  paysagemauvais
Saint Michael, detail -

 Carlo Crivelli (about 1430/5-about 1494)
about 1476
tempera and gold on panel
91 x 26 cm
The National Gallery, London