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sabato 9 maggio 2015

l’argomento di oggi, vediamo, è…Dar da bere agli assetati!


Nessuna misericordia – II – Non dare da bere agli assetati

Originally posted on Berlicche:
Cari compari demoni, eccellentissime autorità infernali e anime mortali in collegamento con noi, grazie per essere intervenuti a questa seconda lettura del seminario sulle cosiddette opere di misericordia corporale.
Mio zio l’arcidiavolo Berlicche si scusa per non essere potuto intervenire personalmente neanche questa volta, ma mi ha di nuovo inviato un messaggio con tutto quello che devo dirvi. E l’argomento di oggi, vediamo, è…
II – Dar da bere agli assetati
All’inizio a me pareva quasi uguale a quell’altra cosa, il cibo agli affamati. C’era proprio bisogno di distinguere?
Ma poi mio zio scrive: “E’ superficiale chi non vede differenza tra quest’opera e dare il cibo agli affamati”. Beccati anche voi, eh? State a sentire come continua.
“Ho già spiegato la volta scorsa che gli esseri umani hanno necessità non solo dello spirito ma anche delle cose materiali per sopravvivere. In particolare, hanno bisogno di acqua. Cos’è quest’acqua di cui si parla? Un particolare tipo di materia, un’invenzione del Nemico. Quaggiù all’inferno non ne troverete. Chi frequenta gli umani sa di cosa sto parlando. Il loro mondo è pieno zeppo di questa roba sgradevole.
Penso che la fantasia del Nemico-che-sta-lassù in questo caso sia stata proprio perversa. Passi per il cibo, passi per l’aria che brucia insieme al cibo per dare energia. Ma l’acqua? L’acqua non brucia. L’acqua non dà forza. E’ solo una sostanza usata dal Nemico per impastare gli umani. E’ inerte, eppure senza di lei i corpi dei mortali si disseccano e si separano dalle anime. C’è da domandarsi a quale scopo il Nemico l’abbia inclusa non solo tra gli ingredienti, ma anche tra le cose che devono essere continuamente fornite agli umani per farli sopravvivere.”
Già, zio, perché? Non ci avevo mai pensato. Ma, come scrive zio Berlicche, non è una domanda oziosa. Quest’acqua di cui ho parlato il Nemico la fornisce a tutti in quantità immense. Non devono fabbricarsela, coltivarla, allevarla, cucinarla come il cibo: come vi dicevo, nel loro mondo si trova ovunque. Allora, vi chiederete, perché l’insistenza su questo “dare da bere”?
Sembra che il Nemico voglia che gli uomini capiscano che è un regalo che arriva di lassù, proprio perché non hanno fatto niente perché ci sia. Qualcosa che piove dal cielo, da dividere con chi ha difficoltà a procurarselo. Come se volesse togliere loro ogni possibile scusa. Come li allenasse a capire cosa vuol dire dare gratuitamente a chi chiede.
Questo atteggiamento, capirete, è ben lontano da quanto il Nostro Padre che sta Quaggiù ci ha sempre insegnato. Cioè che tutto deve sempre essere a nostra disposizione, che ogni cosa ci deve essere fornita come è nostro diritto, ma non dobbiamo niente a nessuno. Proprio quello che dovrebbe fare una vera divinità: invece di affidarsi alla buona volontà delle sue creature, fornirle di tutto in cambio della cieca obbedienza. Invece di quell’abominio chiamato libertà, la sana rilassatezza del dominio assoluto. Invece della ricerca della verità, imporre loro ciò che devono pensare, e distruggerli se sgarrano.
Come ci insegnano alla scuola di dannazione, quel cristallino egoismo è ciò che dobbiamo ricercare nella nostra missione di demoni. Non sappiamo che farcene di quelli che ci dicono cosa dovremmo fare. Ci è data la libertà, e noi l’usiamo per eliminare la verità. Quella verità che, come il Nemico dalla quale proviene, odiamo più di ogni altra cosa. Una volta negata lei, negare un bicchiere a chi ha sete non è di nessuno sforzo.
Lo sforzo che invece deve fare chi ha pietà di qualcun altro. Attività innaturale, dico io. Persino i delegati del Nemico hanno bisogno continuamente di intervenire in proposito. Sono sempre lì a scrivere encicliche e bolle, proclamare che la misericordia ha una faccia eccetera eccetera. E noi dietro per evitare che gli umani capiscano quelle parole, sempre indaffarati a correre di qua e di là per distorcere e minimizzare. Che gran fatica!
Lasciatemelo dire da tentatore: allontanare la carità è ancora più difficile per l’acqua che per il cibo. La roba da mangiare da dare via il mortale la può comprare e fregarsene, ma il bere coinvolge di più. Per togliere i rimorsi al futuro dannato lo si deve far concentrare non sull’atto in sé, non su cosa gli è chiesto di fare, ma sulla giustificazione che lui stesso si dà per non farlo.
Una volta pensavo che bastasse impedirgli di compiere il gesto, ma mio zio Berlicche mi ha spiegato che è molto più interessante lavorare sulle scuse. “Impedisci loro di fare il giusto, e avrai un peccato; fagli giustificare il male, e avrai un dannato”, dice sempre.
Per farli sentire a posto con la coscienza quando fanno qualcosa di sbagliato basta dirottare la loro attenzione su qualcosa di differente, suggerire che il loro interesse conta di più di quello del bisognoso. Certo, con il dare da bere è più complicato dargliela a bere, ma…
C’è il “non spetta a me”, il “devo pensare prima alla mia famiglia”, il “sono troppo lontani” e pure “è per il suo bene”. La paura di sporcarsi o di attentati. La legge. A volta la scusa migliore è quella più semplice e idiota. Perché, come mi spiegava mio zio, gli umani in fondo vogliono fare il male. E’ nella loro natura. Si aggrapperanno ad ogni pagliuzza, pur di non affaticarsi a fare il giusto.
L’acqua, l’ho detto, è vita. Negare dell’acqua ad uno è come negargli la vita. Pochi spettacoli affascinano e rendono felici noi demoni come il vedere qualcuno fatto morire di sete. E’ una delle sofferenze che preferisco perché, oltre a sentire il dolore del corpo che si disfa, il mortale prova l’abbandono da parte dei suoi simili. Mio zio dice che le anime di coloro che hanno fatto morire di sete qualcuno, che hanno proibito di dissetare il bisognoso, hanno un sapore particolare di crudeltà che è tra i più dolci da succhiare.
Perché anche noi abbiamo sete, una sete eterna ed inestinguibile. Aiutateci a mitigarla un poco: non date da bere agli assetati.
eutanasia
Questi inviti a tutti gli aspiranti dannati a non praticare le opere di misericordia corporali possono essere lette in anticipo su la Croce

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