http://www.reginamundi.info/ Cappella Virtuale

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San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo; che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli; e tu, o Principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell'inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. AMEN. Clicca su S.Michele A .>>> e vai alla Cappella virtuale Reginamundi.info

domenica 30 novembre 2014

Fiabe cinesi e orientali "Paradiso e inferno sono nelle tue mani"

INFERNO E PARADISO PER I CINESI 
 
 www.frateindovino.euC’era una volta un mandarino cinese che, giunto al momento di passare a miglior vita, chiese ed ottenne di poter visitare le due dimore eterne: l’Inferno e il Paradiso. Fu accompagnato così al soggiorno dei dannati e vide un immenso prato verde disseminato di tavole imbandite, al centro delle quali svettavano vassoi colmi di riso; e attorno alle mense i dannati, forniti dei tradizionali bastoncini che i cinesi usano per mangiare. Solo che qui erano lunghi due metri e potevano essere impugnati soltanto alle estremità. Se usati con molta accortezza, potevano permettere di racimolare qualche acino di riso, ma portarlo poi alla bocca era un’impresa impossibile. Così i commensali, affamati, disperati, furibondi gli uni contro gli altri, erano condannati a dibattersi nell’eterno tormento dei morsi della fame, pur in mezzo a tanto ben di Dio. Colpito da quello spettacolo di rabbiosa inedia nell’abbondanza, il mandarino proseguì il suo viaggio ed arrivò nel soggiorno dei beati. Anche qui un immenso prato verde disseminato di tavole imbandite, con al centro grandi vassoi colmi di riso. Attorno alle mense, anche i beati avevano in mano bastoncini lunghi due metri, che si potevano impugnare solo alle estremità. Ma qui ogni commensale, anziché affannarsi in contorcimenti indicibili per imboccare se stesso, con estrema naturalezza, offriva il cibo al commensale che gli stava di fronte. Così tutti potevano mangiare a sazietà, davvero beati, in un’atmosfera di perenne amore. 
 (Da una novella cinese)

venerdì 28 novembre 2014

Web sul blog: L'inferno dei viventi



"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio." 
Italo Calvino
Tratto da | Le città invisibili di Italo Calvino

martedì 25 novembre 2014

Superbia

Ecco il lavoro che compie Satana!

La disonestà.


Il peccato, proprio dell'Angelo, è la superbia; infatti per superbia i ribelli del Cielo furono precipitati nell'inferno. Il peccato, proprio dell'uomo, è la disonestà, poiché il corpo umano tende di continuo ai cattivi piaceri.
Il demonio è consapevole della fragilità umana; sa per esperienza che una cattiva immaginazione, un ricordo, uno sguardo, una libertà di tatto, una cosa insignificante, può accendere l'impura passione e far peccare.- Stando così le cose, il nemico delle anime non si dà pace se non riesce a far commettere disonestà. Sa bene il demonio che la purezza è il più grande tesoro delle anime, che grande premio è riservato ai cuori puri; perciò mette in atto tutte le insidie per fare prevaricare anche le persone più vicine a Dio. Gode quando il corpo umano è profanato dall'impurità, poiché sa che il corpo è tempio dello Spirito Santo. È bene conoscere dunque le arti del maligno per non cadere in questo peccato.
Il sesto ed il nono Comandamento. Iddio ha dato due comandamenti: «Non commettere atti impuri», cioè portare il massimo rispetto al proprio corpo ed a quello degli altri, e « Non desiderare la persona di altri », cioè tenere lontani i cattivi desideri.
Il demonio, sapendo che il corpo facilmente s'infiamma d'impurità, va spesso a soffiare, non materialmente, ma spiritualmente. Conosce le ore in cui il corpo è più disposto a peccare e le circostanze particolari che lo commuovono e senza troppa fatica tende il laccio. Il tempo più adatto alla tentazione è: la mattina prima dell'alzata da letto, la sera quando si va a riposo ed il pomeriggio nelle prime ore dopo il pranzo. È questo il tempo in cui il demonio fa più strage.
La solitudine.
Il peccato impuro fa vergogna; si suole commettere nella solitudine, per sfuggire allo sguardo altrui.
Ecco in quella camera, in quella campagna, in quel luogo solitario ... un povero figlio di Adamo. È solo; attende a qualche leggero lavoro oppure è in ozio. Il demonio coglie l'occasione. Presenta alla fantasia delle immagini provocanti ... cose viste e udite. Il corpo si disturba. - Ebbene, fa pensare il demonio, perché non metti in atto ciò che pensi? Nessuno ti vede! - Si dovrebbe rispondere: Nessuno mi vede? E non c'è Dio qui presente? E non mi vede l'Angelo Custode? Come oserei fare davanti a Dio quello che non farei davanti agli altri? - Se l'anima non è pronta a pregare, a cercare un'onesta compagnia per distrarsi ... subito cede alla tentazione. Il demonio allora se ne ride! - Sei caduta, o anima! Vedrai quante altre volte ti farò cadere! Sei sulla via della perdizione eterna! Un giorno mi farai compagnia nell'inferno! Sapessi quanti si trovano già negli abissi infernali per l'impurità!
L'ozio.
Diceva S. Giovanni Bosco ai suoi giovani: Non state mai in ozio! Fate in modo che il demonio vi trovi sempre occupati! Se state in ozio, verrà il demonio a farvi lavorare! -
Quando si sta in ozio, è facile essere tentati e cadere. Il demonio non riesce a vincere facilmente chi è applicato a lavori pesanti o seri. Quando la mente è occupata, raramente fa breccia il tentativo del nemico spirituale.
La cattiva compagnia.
Il demonio è brutto assai. Se si presentasse in forma umana e dicesse a qualcuno: Pecca d'impurità! - forse nessuno oserebbe peccare. Conoscendo ciò, egli si serve dei suoi aiutanti, i quali fanno benissimo le sue parti.
Servi del demonio impuro sono i cattivi compagni, che si avvicinano con la scusa della parentela, dell'amicizia e della convenienza. Ecco un'anima pura! Le si avvicina una persona amica, la quale ha nel cuore l'impurità. Il demonio mette in mente a costei di fare un discorso disonesto ... poi fa dare un cattivo suggerimento ... poi una forte provocazione. L'anima è caduta. Il cacciatore infernale ha ottenuto il suo scopo.
Il fidanzamento è necessario al matrimonio. Il demonio impuro sta in agguato contro i fidanzati, perché comprende la delicata situazione. In un attimo di poca vigilanza, in un momento di trascuratezza da parte dei parenti, il terribile cacciatore di anime getta nel fango due gigli.
Il cuore dell'uomo è debole; il cuore della donna è debolissimo. Il demonio provoca un incontro ... una visita ... fa scambiare un sorriso ... lavora nella fantasia; alla fine, dà un potente assalto e trascina all'impurità. Se si fosse più vigilanti contro le insidie diaboliche, quanti peccati si eviterebbero, quante lacrime di meno si verserebbero, quante anime sfuggirebbero all'eterna dannazione!
I libri.
Iddio dà delle attitudini speciali. Uomini e donne, dotati d'intelligenza particolare, riescono a comporre libri. Si dovrebbe trafficare in bene il talento ricevuto da Dio.
Sapendo il demonio il male che il libro cattivo produce, suggerisce nella mente a qualche scrittore: Vuoi guadagnare denaro? Desideri che i tuoi scritti siano letti? Componi un romanzo pornografico! Tratta argomenti impuri! Rappresenta al vivo la disonestà! Vedrai come circolerà il tuo libro! Ti aiuterò io nella diffusione!
L'infelice scrittore mette su un romanzo; vi riversa l'impurità che ha nel cuore. Il nuovo libro è letto con avidità; le passioni sono accarezzate; giovanotti, signorine ed anche adulti ... dopo aver letto le pagine di fango, raccontano ad altri le impressioni ricevute; altri ancora s'invogliano a leggere il romanzaccio. Quanta strage! Il demonio impuro raccoglie messe abbandonate.
Povere anime, redente dal Sangue di Gesù Cristo, non vi accorgete che Satana vi trascina alla perdizione?
Se qualcuno, sentendo il rimorso della cattiva lettura, pensa di distruggere il cattivo romanzo, subito il demonio suggerisce: Vorresti bruciare quel libro? Ma perché? Hai speso tanto denaro per procurartelo! Invece di bruciarlo, conservalo e non lo leggerai! - Conservarlo? L'anima non si accorge dell'inganno. Il demonio non dorme; sa che quel romanzo lo aiuta a rovinare i cuori e perciò sta in agguato. Il libro conservato oggi, domani sarà letto da qualche altro della famiglia; in momento opportuno lo farà riprendere a chi l'aveva conservato. Ecco il lavoro che compie Satana! Un libro cattivo è un demonio impuro in attività. Giustamente diceva uno di santa vita: Ogni libro immorale che si distrugge, è un demonio che si ricaccia nell'inferno! -
I divertimenti mondani.
Il mondo è un ammasso d'iniquità; i demoni impuri ad eserciti vagano per rapire il giglio della purezza agl'innocenti e per fare moltiplicare le disonestà ai depravati. Si può dire che nel mondo tutto concorre ad aiutare l'opera diabolica.
Quello che il diavolo fa con lo scrittore del romanzo pornografico, lo fa pure con i giornalisti immorali, con i produttori di pellicole invereconde, con gli artisti teatrali, con i proprietari delle case di peccato, con i sostenitori di sale da ballo, ecc.... Il demonio suggerisce: Mettete su questi divertimenti! Il pubblico accorrerà numeroso! Guadagnerete molto denaro! Date a tutti il pascolo del piacere passionale!
Chi può misurare le disonestà che commettono - gli spettatori di un film scandaloso o di un varietà? Chi può contare le anime che perdono la purezza in certe sale da ballo? Chi è capace di numerare le vittime delle impurità nella stagione dei bagni? Tanto male si compie perché i demoni impuri accorrono numerosi in questi luoghi. Oh! se si potessero vedere con gli occhi del corpo i diavoli che assediano i luoghi dei divertimenti profani, forse tutti gli spettatori scapperebbero! Giustamente dice Gesù: Guai al mondo per i suoi scandali! -
Il matrimonio.
L'ultimo dei Sacramenti è il matrimonio. In virtù di questo Sacramento, Iddio dà all'uomo ed alla donna la grazia di convivere santamente e di educare cristianamente i figliuoli. Nello stato matrimoniale c'è pure da osservare la virtù della purezza e chi non l'osserva secondo la legge prescritta da Dio, pecca gravemente. Il demonio dell'impurità lavora molto su questo argomento, per privare gli sposi delle grazie divine e per rovinarli eternamente. La Santa Chiesa, consapevole di ciò, quando benedice i novelli sposi, rivolge al Signore questa preghiera per la donna: O Dio, che col potere della tua virtù hai fatto il tutto dal nulla, concedici che il demonio, autore di prevaricazione, non rubi a questa donna nessuno dei suoi atti!




venerdì 21 novembre 2014

Di che si lamentano! Quindi, di che ti lamenti?

Le nuovissime lettere di Berlicche – LVI – Di che si lamentano?

by Berliccheinferno
Caro Malacoda,
che c'è di strano che l'anima del tuo protetto che, grazie solamente ai miei consigli, sei riuscito a trascinare quaggiù, abbia protestato e strepitato tutto il tempo?
Non ti devi sentire deluso che il tuo lavoro non sia riconosciuto.
Sì, lo so, anni e anni a convincerli che possono fare quello che vogliono, a renderli dei cinici egoisti, a spiegare loro che possono sfruttare gli altri a loro piacimento e poi, non appena capiscono che stiamo applicando a loro la stessa medicina, urlano e si dimenano come fosse una novità.
La verità è che sono dei viziati e degli irriconoscenti. Abbiamo fatto in maniera che si tenessero lontano dal Nemico-che-sta-Lassù il più possibile, d'accordo, ma non è che li abbiamo costretti. Tutto giocato con fair play: non erano obbligati a credere a noi, potevano tornare piagnucolando da quel Nemico che disprezzavano e dai suoi scagnozzi in qualsiasi momento. Erano avvertiti di cosa sarebbe successo loro, e Lassù sarebbero stati più che contenti di riaccoglierli, qualunque malvagità avessero potuto intraprendere in precedenza.
Diglielo pure, mentri li scarichi nella melma bollente: "Hai sempre detto che non sopportavi quelli che credevano nel Nemico Lassù e volevi starne il più lontano possibile, ed ora hai esattamente quello che chiedevi: ti assicuro che quaggiù di quelle credenze che reputavi assurde, tipo misericordia, perdòno, verità e via andare, non ne troverai nessunissima traccia. Portarti altrove sarebbe stato violare le tue scelte e la tua libertà.
Quindi, di che ti lamenti?"
tuo zio Berlicche.

venerdì 14 novembre 2014

Liberamente ispirato a Le lettere di Berlicche di C. S. Lewis...

Illudere per dannare

DI ANDREAS HOFER
berlicche
(liberamente ispirato a Le lettere di Berlicche di C. S. Lewis)
Mio caro Malacoda,
devo ammettere che il tuo ultimo resoconto, al netto delle solite balordaggini, delinea un quadro oltremodo soddisfacente. Prendo atto, finalmente, di qualche progresso. La confusione regna sovrana nel campo del Nemico. Me ne compiaccio.
Continua a leggere


venerdì 7 novembre 2014

La tattica di Satana per arrestare il tuo cammino spirituale

La tattica di Satana per arrestare il tuo cammino spirituale - Don Vincenzo Carone
La strategia di satana è questa: vuole convincerti a interrompere periodicamente la successione delle opere buone. Prima di spingerti verso il peccato, deve distaccarti da Dio, e per distaccarti da Dio deve assonnare la preghiera, la prudenza e l´esercizio delle virtù cristiane. Con ostinazione caparbia satana ti presenta le tentazioni della carne, specialmente la golosità, la pigrizia e la lussuria. Quando riesce a scardinare la tua volontà decisa, tu cominci a pregare distrattamente, la Messa diventa una presenza passiva e la comunione un pezzettino di pane qualsiasi. Cominciano cosi a riaffiorare le antiche fragilità come per es. la critica, la mormorazione, il perdere tempo, la pigrizia, la gelosia, l´invidia, l´avidità degli sguardi, il risveglio delle passioni, e soprattutto comincia a rivivere il tuo amor proprio. Per un certo tempo determinato della tua resistenza le fragilità si manifestano in forma quasi impercettibile, ma costante, per cui non ti rendi minimamente conto che stai perdendo colpi nella perseveranza nel bene. Siccome sono piccolissime cose quasi impercettibili, hai l´impressione che si tratti di bagatelle: distrazioni volontarie nella preghiera (quelle involontarie non invalidano al preghiera), preoccupazioni inutili, leggerezza nel guardare persone che ti richiamano il piacere della carne senza che siano tentazioni vere e proprie, raffinatezza nel cibo, sonno prolungato, facile linguaggio a sproposito, eleganza nel vestire, esuberanza nel comportamento, scambio di simpatia con persone che non ti trasmettono certamente le virtù cristiane, svogliatezza, apatia e fredda apertura a tutto quello che ti piace. Per lungo tempo non ti rendi conto che queste cose impercettibili stanno sgretolando la tua vita spirituale. Per tutti noi è piacevole scivolare in questo mondo dove le fragilità sono tante, satana però le confeziona a piccole dosi. La preghiera debole e distratta risveglia lentamente quelle passioni contro le quali hai combattuto con coraggio e determinazione, l´amore a Dio e al prossimo va spegnendosi lentissimamente. L´ira contro chi t fa del male diventa istintiva e violenta, la concupiscenza appare sempre più naturale e sempre meno da condannare. Se non vuoi cadere in questa trappola devi conservare il ritmo della preghiera giornaliera, la meditazione contemplata fatta sempre bene e l´esercizio delle virtù cristiane. Persevererai fino alla fine nell´amore a Dio e al prossimo, e vivrai sempre sereno e nella gioia, non andrai mai più indietro, non andrai più avanti, andrai in alto verso il Cielo dove Qualcuno ti aspetta. Riflessioni di Don Vincenzo Carone.

domenica 2 novembre 2014

L’ossessione del diavolo II^

L'ossessione del diavolo


Papa Francesco ne ha riparlato nei giorni scorsi. Un problema molto serio che oggi si tende a relegare nell'ignoranza o nel folklore. Ma non è così



«Possente, incoercibile, è la forza delle cose che non sono». Così scriveva l’evoluzionista eruditissimo Arturo Graf aprendo il suo celebre libro dedicato al diavolo.



di Franco Cardini

Prima di lui, e ancor più forse dopo, moltissimi letterati e/o studiosi – per tacer dei musicisti e dei pittori – avrebbero dedicato al Signore delle Tenebre le loro fatiche.
Come avrebbero fatto mai, senza il diavolo, Dante, Marlowe, Goethe, Gounod, Dostoevskij, Musorgskij, Bulgakov e Papini? E come avrebbe fatto il cinema, da Alan Parker a Roman Polanski? Oggi, poi, il diavolo è diventato perfino un agente di vendita di un giro consumistico immenso che dalla musica va alla gadgettistica.
Papa Francesco l’altro ieri, nell’omelia mattutina a Santa Marta, è tornato a parlare del diavolo. È poi così strano? I laicisti sono gente strana: sollecitano il colloquio con i cattolici, eppure sanno bene che si tratta di gente squilibrata, che crede non solo in Dio – questa favola medievale ritagliata nell’ignoranza, nella superstizione, nella paura… – ma anche nella resurrezione dei corpi fisici alla fine dei tempi e nel fatto che basta che un tizio a ciò abilitato, fosse anche il più incallito dei peccatori, pronunzi quattro parole rituali su un pezzetto di pane azzimo e quello si trasforma magicamente nella carne e nel sangue di Dio (perché Dio è divino ma anche un corpo umano: valli a capire, quei matti). E allora, se accettate senza batter ciglio assurdità del genere e fingete anche di rispettarli, razza d’ipocriti che siete, vi meravigliate e vi scandalizzate poi se un vecchietto ex-peronista parla anche del diavolo?
Scherzi a parte, il problema è serio, la dimensione del “diabolico”, o quella (non esattamente la stessa cosa) del “demonico”, può sembrar problematica da affrontare dal punto di vista religioso: eppure, per paradossale che sia, è molto seria. Sia dal punto di vista delle religioni abramitiche, a carattere storico e trascendente, sia di quelle cosiddette “naturali”, a carattere mitico e immanente.
Del resto, anche nel mondo cristiano in genere, cattolico in particolare, si tende a considerare tutto quel che riguarda tale argomento come qualcosa di correlato piuttosto a tradizioni desuete, o alla psicanalisi, o al folklore quando non sic et simpliciter alla superstizione. Un malinteso atteggiamento del genere è purtroppo tanto più diffuso quanto più culturalmente elevato è l’ambiente dei credenti: in ciò, sembra che la tendenza a “razionalizzare” la teologia sia frequente e diffusa. Il che non manca di determinare un pericolosissimo corto circuito rispetto invece al fenomeno del dilagante demonismo se non addirittura satanismo di ritorno in molti strati, soprattutto giovanili, della nostra società: un fenomeno che dovrebbe preoccupare se non altro per le sue connessioni sia con lo spaccio e l’uso della droga, sia con vari tipi di criminalità.
Per fortuna, a livello storico ci si comporta diversamente. Lo dimostra un convegno medievistico tenutosi di recente a Todi, gli Atti del quale sono stati di recente raccolti in un corposo volume dal titolo Il diavolo nel medioevo (Spoleto, Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, pp.626, s.i.p.). Per adeguatamente qualificare questo grosso e importante libro, basti il tener presente che esso è aperto da uno scritto di un autentico illustre Maestro dei nostri studi, lo storico della filosofia medievale Tullio Gregory, autore a sua volta di una finissima monografia dal titolo Principe di questo mondo. Il diavolo in Occidente, edita da Laterza.
Intendiamoci. Contrariamente a quel che si crede, il mondo medievale non era affatto “ossessionato” dalla presenza e dalla figura del demonio: il nostro tempo lo è di gran lunga di più. La differenza è che nella cultura medievale il diavolo trovava un suo posto preciso nell’economia della realtà, laddove egli oscilla oggi tra il negativismo che tocca talvolta punte d’isterìa e un fideismo che non indietreggia dinanzi a nulla: nemmeno al ridicolo o, tragico rovesco della medaglia, al delitto.
Qualcuno ha sostenuto che il capolavoro del diavolo nell’età moderna è stato quello di convincere tutti che la fede nella sua non-esistenza sia non solo razionale e “ragionevole”, bensì obbligatoria.
Il diavolo nel medioevo studia anzitutto una realtà effettiva e al tempo stesso incorporea, dunque di per sé immateriale, ma dotata comunque di poteri che la scienza del tempo razionalmente studiava e delimitava. E qui bisogna far attenzione: la scienza non è solo quella contemporanea, dinanzi alla quale tutti i sistemi scientifici precedenti debbono venir considerati come “pseudoscienze”. Si chiama scienza qualsiasi forma di sapere coerentemente fondato su propri presupposti e criticamente sviluppato: è poi ovvio che presupposti e sviluppi possono essere, nel tempo, venir superati e abbandonati, ma ciò non autorizza a parlare di quelle delle età passate come di “pseudoscienze”.
La scienza fisica e cosmologica antica e medievale fondata sui quattro elementi empedoclei oltre alla Quintessenza e sul sistema geocentrico tolemaico, è stata scienza corretta finché la si è sviluppata senza che si presentassero ragioni per modificarne i dati: solo da allora il continuar ad usare convinzioni e ragionamenti desueti diviene un atteggiamento “pseudoscientifico”, come lo sarà la nostra scienza, quella attuale, dal momento in cui nuove scoperte e nuove invenzioni dischiuderanno alla nostra intelligenza orizzonti che per il momento non siamo in grado d’immaginare.
È con questa premessa che va letto un volume che tratta di come il diavolo veniva “razionalmente” trattato dalla teologia del tempo, che nella demonologia vedeva una parte dell’angelologia, la scienza teologica che studiava le “sostanze spirituali separate”.
Ma le fonti propriamente teologico-filologiche erano complicate da altre, di differente natura: quelle agiografiche, le quali mostravano il demonio e la sua corte di diavoli all’opera nell’incontro con i santi; quelle mistiche, in cui un incontro concreto con il principe delle tenebre poteva dar luogo a molteplici risultati; quelle ereticali, che su di lui presentavano formule interpretative diverse rispetto alle verità sostenute dalla Chiesa; quelle magico-stregoniche, le quali in vario modo affrontavano il tema pratico del “come” manipolare quelle oscure potenze; quelle letterarie e leggendarie, che sovente adattavano al diavolo della teologia e della fede cristiane creature e figure desunte da sistemi culturali precedenti o subalterni; quelle iconiche, le quali si mostravano duttili nel presentare, magari anche non senza contraddizioni, forme e aspetti diversi di una realtà letta ora come fatto metaforico e simbolico, ora affrontata invece come dato effettivo e concreto.
Né mancava chi, come Francesco d’Assisi, ricordava che i diavoli altro non potevano esser definiti se non come “gastaldi del Signore”, Suoi servitori e quindi a Lui subordinati e parte a loro volta del progetto della Creazione e della Redenzione. Una realtà misteriosa e contraddittoria. «Sono lo spirito che vuole sempre il male e opera sempre il bene», dice il diavolo Mefistofele al dottor Faust nel capolavoro di Goethe. Un’affermazione paradossale, che va profondamente meditata. Qualcuno sostiene che in essa è racchiuso il senso stesso della Modernità.
Il cattolicesimo, confessione cristiana e come tale ramo di un albero religioso vigorosamente impiantato nel terreno della storia, si fonda sulla convinzione che esista un universo spirituale che non cade sotto i cinque sensi fisici – gli invisibilia, si dice in teologia – e che è dominato da presenze intelligenti, la massima delle quali è quel Dio creatore al Quale di recente papa Bergoglio ha attribuito il Big Bang, altra realtà sotto un certo aspetto “teorica” e “mitica” che però molti eletti spiriti scientifici considerano effettiva e sicura.
Badate, laicuzzi del piffero, siamo fasciati dall’ignoranza, dalle incertezze, da Verità postulate che fingiamo di ritenere certezze sicure e comprovate. Il diavolo è una di quelle realtà spirituali e intelligenti nelle quali credono gli ebrei, i cristiani, i musulmani, e alle quali possono essere assimilate alcune realtà spirituali e/o demoniche presenti in infiniti culti mitico-religiosi. Con queste realtà, o con i loro effetti, antropologia culturale, psicologia, psicanalisi e perfino fisiologia e medicina (il cosiddetto “paranormale”) stanno facendo i conti da secoli. E voialtri che credete fermamente, o fingete di farlo, in entità astratte e immaginarie ancor meno palpabili – la libertà, la fratellanza, l’uguaglianza, al democrazia – poi vi scandalizzate se qualcuno crede nel diavolo? Ma andate al medesimo!…