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domenica 25 maggio 2014

“Le cose da non dire e da non fare MAI quando una persona soffre”

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Geremiadi

Un giorno me lo fai un regalo? Scrivi un libro: “Le cose da non dire e da non fare MAI quando una persona soffre”

La mail, perentoria, mi giunge da una persona che da mesi combatte contro una patologia estremamente dolorosa e invalidante. Una persona credente, giovane, che, come tutti, vive la sua vita fra alti e bassi.
Due genitori anziani problematici e rissosi, una salute malferma, tanta solitudine… Situazioni in cui molti, fra noi, si vengono a trovare.
Eppure, e questo mi fa riflettere, ciò che più la addolora è la processione di conoscenti e amici che, come nel libro di Giobbe, vengono in processione ad incontrarla.
Ma, diversamente da quelli, non vengono per incoraggiarla o anche semplicemente per tacere.
Si sentono tutti autorizzati a fornire interpretazioni, a tirare in ballo la volontà divina, a sentenziare perle di saggezza non richieste. Per poi cominciare a lamentarsi della propria vita, dei proprio dolori, delle proprie disgrazie.
Già non è gradevole avere a che fare con persone lamentose, ma se le lamentele giungono quando stai male proprio non si può fare, non scherziamo.
Questo episodio mi fa riflettere sul fatto che dobbiamo ancora fare molta strada nella comprensione del mistero cristiano e dell’approccio al dolore. Stereotipi usurati che tentano di fornire delle spiegazioni tirando in ballo croci inviare e da sopportare (!), prove da superare segno della bontà divina (!), visioni catastrofiche della vita terrena che è sofferenza per aprirci a quella celeste (!) non solo risultano stonate ma, in certi contesti, addirittura offensive. Nei confronti di Dio e di chi, faticosamente cerca di conservare la fede nonostante il dolore.
Inoltre, e lo vedo anch’io, il nostro mondo ci ignora costringendoci a lottare per metterci al centro dell’attenzione. E’ sempre più difficile incontrare persone disposte ad ascoltare, capaci di accogliere, aperte all’incontro. Molto più spesso le nostre relazioni si basano su pochi interessi comuni ed egoismi che si sfiorano.
Dopo la lettura della mail ho preso l’impegno, almeno per oggi!, di guardare sempre al lato positivo delle situazioni, di avere un cuore largo che sappia riconoscere il disegno di Dio sulla (mia) storia, di pormi in ascolto di quanti incontrerò. Non tutti, però.
I lamentosi di professione vorrei lasciarli fuori dalla porta del cuore.

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