Foto © Il demonio (The Passion)
Quanto e cosa capivano gli spiriti diabolici della rovina che con la morte del Messia si preparava per loro? In mancanza di definizioni dogmatiche la teologia ha un suo spazio espressivo. E pure la mistica
Qui adesso si parla dei demonî du-rante la passione di Cristo. Tanto per cominciare, diciamo subito che i dolori di Cristo ebbero inizio sin dal Suo concepimento nel grembo verginale di Ma-ria. No: non dal Giovedì Santo, ché quello fu piuttosto l’inizio dell’apogeo del marti- rio dei martìri. Come sappiamo addirittura leggendoli, nei Vangeli ci viene rivelato po- chissimo dell’azione dei demonî durante la Sua Passione. Ciò nonostante c’è un detta- glio meraviglioso con cui da sempre l’evan- gelista Giovanni mi trapana il cuore. Come niente fosse, proprio ad epilogo dei quattro Evangeli, c’è questo giovane apostolo – de- licatissimo eppure impavido, coraggioso, il più coraggioso – che termina il suo Vangelo con delle Parole chirurgicamente precise, ritte in fila infinita puntate granitiche ed impressionanti, una gran chiusa, un’ incan- descenza esplosiva di luce, un preludio a scivolo ascendente celeste, perché solleva i veli di quanto dal Verbo di Dio avremmo ancora e ancora nei secoli ricevuto, anche dopo la Sua Risurrezione. Giovanni rivela: “Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrive- re.” (Gv, 21, 25).>>> su LaCroce#quotidiano 02 / Aprile 2015
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