wikipediaCanto di Natale ...
Da Il Canto di Natale, noto anche comeCantico di Natale o Ballata di Natale, è un romanzo breve di genere fantastico del 1843 di Charles Dickens, di cui è una delle opere più famose e popolari. Wikipedia
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« Vi sono due errori, uguali e opposti, nei quali la nostra razza può cadere nei riguardi dei Diavoli. Uno è quello di non credere alla loro esistenza. L'altro, di credervi, e di sentire per essi un interesse eccessivo e non sano. I Diavoli sono contenti d'ambedue gli errori e salutano con la stessa gioia il materialista e il mago. » (C.S. Lewis, Le lettere di Berlicche, pag. 3. NB: Berlicche [ber-lìc-che] o berloc s.m. pop. Diavolo. Di Malacoda si sa che è un diavolo inventato da Dante.
venerdì 29 novembre 2013
LIBRI che non piacciono al diavolo "Canto di Natale"
mercoledì 27 novembre 2013
Ci sono, un cristiano un mussulmano e un ebreo ... :-)
Giacomo Poretti |
Giacomo Poretti (del celebre trio Aldo, Giovanni e Giacomo), con il suo stile diretto e irriverente si interrogherà sulla fede, su dubbi, certezze, gioie e divieti del cristianesimo, così come sulle differenze tra le varie religioni. Gli farà eco, sul versante musulmano fonte: POPOLI.INFO
e gli equivoci... :-)
L'intervento di Giacomo Poretti (del trio Aldo, Giovanni e Giacomo) a "Milano al plurale", rassegna organizzata da Popoli dal 3 al 6 ottobre, sul tema del pluralismo culturale e religioso presso il Centro culturale San Fedele. Poretti è intervenuto il 3 ottobre, insieme a Gian Antonio Stella, Modou Gueye ed Elia Schilton, alla serata dal titolo
"Ci sono un cristiano, un musulmano e un ebreo..." :-)Giacomo Poretti: "Il mio primo presepe e la Madunina"
"Giacomo Poretti: il mio primo presepe ...:-)
dispetto al diavolo ...
DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
AI VESCOVI
AI PRESBITERI E AI DIACONI
ALLE PERSONE CONSACRATE
E AI FEDELI LAICI
SULL' ANNUNCIO DEL VANGELO
NEL MONDO ATTUALE
www.ebookcattolici.it/ |
martedì 26 novembre 2013
Un dispetto al diavolo ...All'ombra della Vergine di Vladimir :-)
L'Icona della Madonna di Vladimir (Vladimirskaja) |
“Oggi, luminosa e bella, la gloriosa città di Mosca accoglie come aurora la tua miracolosa icona, o Sovrana”. Ad essa noi accorriamo e supplici così t'invochiamo: “O meravigliosa Regina, Madre di Dio, prega Cristo, nostro Dio in te incarnatosi, di conservare questa città e tutte le città e regioni cristiane libere dalle insidie nemiche, e di salvare, come il Misericordioso, le nostre anime”Invocazione del tropario principale dell'ufficio della festa del 26 agosto |
Icona della Madonna di Vladimir, detta anche «Madonna della tenerezza»
>>> All'ombra della Vergine di Vladimir <<<Al centro del colloquio di 35 minuti in Vaticano tra Putin e il Papa i rapporti fra le Chiese e la pace in Medio Oriente
ANDREA TORNIELLI
Il capo del Cremlino si fa il segno della croce e bacia l'immagine della Vergine di Vladimir, sua protettrice, che ha appena donata al Papa. E gli chiede: «Santità, le piace?». Basterebbe quest'immagine per descrivere quanta acqua sia passata sotto i ponti e in così poco tempo: l'ex ufficiale del KGB sovietico Vladimir Putin ricevuto ieri in Vaticano si presenta non solo come un importante interlocutore, in sintonia con le posizioni della Santa Sede sul Medio Oriente e in particolare sulla tragica crisi siriana, ma anche con la difesa della famiglia e della vita umana: poco prima di imbarcarsi sull'aereo che lo ha portato Roma, il presidente russo aveva firmato una legge che vieta la promozione di servizi medici o pratiche per abortire.
Putin è arrivato un'ora dopo il previsto all'udienza, a causa di un ritardo nel volo. Il corteo di auto del capo del Cremlino ha attraversato Roma senza sirene spiegate e a velocità contenuta. Il presidente ha trovato ad accoglierlo nel cortile di San Damaso il Prefetto della Casa Pontificia, Georg Gänswein, ed è salito nella biblioteca. Il colloquio faccia a faccia con Francesco è durato 35 minuti, in presenza di due interpreti, e il clima disteso all'uscita attesta che tra i due leader è nata un'intesa anche dal punto di vista umano.
«Durante i cordiali colloqui - recita il comunicato della Sala Stampa vaticana - si è espresso compiacimento per i buoni rapporti bilaterali e ci si è soffermati su alcune questioni di interesse comune, in modo particolare sulla vita della comunità cattolica in Russia, rilevando il contributo fondamentale del cristianesimo nella società». Un riferimento all'atteso accordo riguardante il riconoscimento legale del cattolicesimo in Russia.
In questo contesto, continua la nota della Santa Sede, «si è fatto cenno alla situazione critica dei cristiani in alcune regioni del mondo, nonché alla difesa e alla promozione dei valori riguardanti la dignità della persona, e la tutela della vita umana e della famiglia». Il Vaticano fa poi notare che «è stata prestata speciale attenzione al perseguimento della pace nel Medio Oriente e alla grave situazione in Siria, in riferimento alla quale il Presidente Putin ha espresso ringraziamento» per la lettera indirizzatagli dal Papa in occasione del G20 di San Pietroburgo. «È stata sottolineata l’urgenza di far cessare le violenze e di recare l’assistenza umanitaria necessaria alla popolazione, come pure di favorire iniziative concrete per una soluzione pacifica del conflitto, che privilegi la via negoziale e coinvolga le varie componenti etniche e religiose, riconoscendone l’imprescindibile ruolo nella società».
Putin ha portato a Francesco il saluto del patriarca Kirill, ma non c'è stato alcun invito per una visita papale a Mosca: il capo della Chiesa ortodossa russa è geloso delle sue prerogative e non intende delegare al potere politico i rapporti con la Chiesa di Roma.
Dopo il colloquio privato, Putin ha presentato a Francesco la delegazione russa e c'è stato lo scambio dei doni. Il Papa ha offerto un mosaico raffigurante giardini vaticani, il presidente ha donato un'icona della Madonna di Vladimir, detta anche «Madonna della tenerezza», un tema molto caro a Bergoglio. Quest'ultimo stava per allontanarsi, quando il presidente lo ha trattenuto e gli ha chiesto se gradiva l'icona, facendosi anche il segno della croce alla maniera ortodossa. Anche il Pontefice si è fatto il segno della croce. Al faccia a faccia con il Papa, è seguito quello con il Segretario di Stato Parolin e il «ministro degli Esteri» vaticano Mamberti.
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Per nulla formale
il bacio sull'icona
di Putin e del Papa
L'arcivescovo di Mosca, monsignor Luigi Pezzi: "Siamo una Chiesa di minoranza e il cristianesimo in Russia è essenzialmente espresso nella sua forma ortodossa, ma questo non significa che non abbiamo un diritto all'esistenza". Sull'ipotesi di un incontro in un paese neutro tra il Papa e il Patriarca Kirill: "Mi sembra più possibile oggi rispetto a qualche tempo fa"
Maria Chiara Biagioni
Gli incontri si misurano anche nei gesti e quello che si è visto ieri nella biblioteca papale tra Papa Francesco e il presidente russo Vladimir Putin segna una tappa inedita nella storia tra i due Stati: la scena si svolge allo scambio finale dei doni quando per primo Vladimir Putin si esibisce in un lungo segno della croce ortodosso (cioè con la mano sulla spalla destra prima che su quella sinistra) e poi dà un bacio all’icona della Madonna di Vladimiro, una delle più amate e venerate dal popolo russo. Poi anche Papa Francesco segue il presidente e dà un bacio all’icona. Partiamo da qui con monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca, al quale abbiamo chiesto di commentare l’incontro avvenuto ieri in Vaticano.
Eccellenza, Putin e il Papa che baciano l’icona della Madonna, il segno della croce, l’inchino... Una sua prima impressione?
“Positiva innanzitutto per gli elementi citati. È positivo poi il fatto che ci sia stato effettivamente un incontro, cosa che non era affatto scontata. Direi che il Papa e il presidente non si sono semplicemente visti ma profondamente incontrati. E il gesto dello scambio dei doni e il bacio sulle icone, non lo considererei formale”.
Nel comunicato della Santa Sede si dice che nei colloqui si è parlato della comunità cattolica in Russia. Cosa vi sta più a cuore?
“Non possiamo fantasticare sui reali argomenti trattati nei colloqui. A noi quello che sta più a cuore è quello di poter testimoniare Cristo: questa è la preoccupazione principale che abbiamo. Perché quando Cristo è posto al centro, è anche più facile affrontare ed eventualmente risolvere i problemi”.
Sta facendo riferimento a un riconoscimento legale della Chiesa cattolica in Russia?
“La Chiesa è già legalmente e giuridicamente riconosciuta. Noi questo problema non lo abbiamo. Siamo una Chiesa di minoranza e il cristianesimo in Russia è essenzialmente espresso nella sua forma ortodossa ma questo non significa che non abbiamo un diritto all’esistenza. Mi sembra - almeno da quanto si legge nel comunicato della Santa Sede - che sia stato menzionato il contributo fondamentale del cristianesimo nella società e mi sembra una segnalazione positiva: la Chiesa cattolica anche laddove è una minoranza, è portatrice di una testimonianza che è volta al bene della società in cui si trova”.
Si è sorpreso del mancato invito al Papa di visitare Mosca e il patriarca Kirill?
“No, le premesse non c’erano. Il patriarca Kirill ha, comunque sia, mandato attraverso il presidente Putin il proprio saluto e augurio a Papa Francesco, ma era stato detto molto chiaramente che il possibile incontro tra il Papa e il Patriarca non era tra gli scopi dell’udienza di ieri. Nelle settimane passate, in altre circostanze, è stato detto e ribadito molto esplicitamente che questo incontro non ha bisogno di una mediazione politica o culturale o di altro genere. C’è un rapporto tra Mosca e Roma per quello che riguarda le relazioni intra-ecclesiali che non richiede la necessità di altri mediatori. Mi sembra che chi si aspettava questo, aveva forse riposto erroneamente le proprie speranze. Ciò non significa che questo incontro di ieri non lo possa favorire, ma certamente non mi aspettavo un invito né una mossa esplicita”.
Eppure qualche giorno fa, il metropolita Hilarion, a Roma, ha paventato la possibilità di questo incontro tra il Papa e il Patriarca parlando di un paese neutro. Lei lo crede davvero possibile?
“Penso che questo incontro sia auspicabile. Mi sembra che stia crescendo il desiderio di poterlo fare. Mi sembra, perciò, più possibile oggi rispetto a qualche tempo fa e mi sembra - anche da quello che ha detto il metropolita Hilarion - che questo incontro ora trova una disponibilità in generale a prepararlo. E questo è un fatto nuovo emerso dall’incontro tra Hilarion e il Papa”.
Quale pensa sia il ruolo della Russia, in particolare per la pace in Medio Oriente?
“Non sono un analista politico però mi sembra che sia sotto agli occhi di tutti il fatto che la Russia forse proprio a partire dalla crisi siriana, abbia nuovamente cominciato a giocare un ruolo importante a livello mondiale. Ci auguriamo che questo ruolo sia per la pace e il bene dei popoli”.
Sir
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La Repubblica - Rassegna "Fine settimana"
(Marco Ansaldo) «L’icona le piace?», chiede un po’ incerto Vladimir Putin a Papa Francesco. «Sì. Grazie», risponde Jorge Mario Bergoglio che, in cambio della “Madonna di Vladimir”, ha appena donato al presidente russo una ceramica mosaicata sui Giardini vaticani. Allora (...)
Rassegna stampa del sito Incontri di "Fine Settimana"
- Il papa, Putin e il bacio sulla Madonna di Vladimir (Guido Moltedo in Europa)
- Papa Francesco accoglie Putin «Urgente fermare le violenze in Siria» (Franca Giansoldati in Il Messaggero)
- Putin dal papa, Siria in primo piano (Roberto Monteforte in l'Unità)
- Sintonia col Vaticano su Siria e Medio Oriente «No a veti e condizioni» Ma niente invito a Mosca (Gian Guido Vecchi inCorriere della Sera)
- La pace e la «famiglia» tra Putin e Francesco (Luca Kocci in il manifesto)
Approfondimento ...www.reginamundi.info/L'Icona della Madonna di Vladimir (Vladimirskaja)
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lunedì 25 novembre 2013
“Cásate y sé sumisa”: genial lectura.
costanzamiriano.com |
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Religion en Libertad
costanzamiriano.com/
Il Ministro della Sanità spagnolo (Ministerio de Sanidad, Servicios Sociales e Igualdad) Ana Mato, Partido Popular, ha chiesto ancora oggi che “Sposati e sii sottomessa” sia ritirato dal mercato iberico. Capita però anche che qualcuno in Spagna lo legga il libro, e ne scriva… “Cásate y sé sumisa”: genial lectura.
di José Manuel Puerta Sánchez
Ho appena letto il famoso e vilipeso libro.
Diciamo innanzitutto che non ho nessun interesse in comune con l’autrice, Costanza Miriano, né con la casa editrice Nuevo Inicio, che lo ha pubblicato in Spagna. E né l’una né l’altra mi costringono, da questo umile angolo del ciberspazio, a venirli a difendere.
In proposito hanno emesso dei chiarissimi comunicati stampa, per chiunque voglia intendere. Del resto, in suo favore può parlare persino lo stesso Papa, visto che continuano a volerla equivocare.
Ciononostante non voglio far mancare il mio piccolo contributo su quanto il libro mi ha dato, e perdonate se non sono “politicamente corretto” ma piuttosto un po’ audace. Di politicamente corretto ce n’è già parecchio in giro … cosicchè andiamo al sodo.
Il libro è geniale, dall’inizio alla fine. La lettura è molto gradevole e francamente divertente. Ma innanzitutto è pratico, sta coi piedi per terra, e ricorrendo in molte occasioni all’umorismo e all’ironia fa un’analisi accertata delle situazioni che giorno per giorno si vivono nella routine del matrimonio. E la cosa più bella è che lo fa senza perdere la prospettiva di una visione cristiana.
Chiunque sia sposato, specie se ha figli, si vedrà riflesso in molte delle scene dell’affanno quotidiano che l’autrice descrive. Gli spunterà più di un sorriso, a volte una sonora risata, e si sentirà finalmente compreso da qualcuno, sollevato al vedere che il suo non è un caso isolato.
Oltre a tutto questo, trovo fantastico lo smascheramento che l’autrice compie di molte menzogne che vengono sparse intorno a noi e che tante volte abbiamo assunto come verità.
Ci parla di questo concetto attuale di amore secondo il quale tutto si basa sui sentimenti, e che condanna al fallimento ogni relazione nel momento in cui viene a mancare “l’appetito”.
Racconta che c’è altro aldilà del “e vissero a lungo felici e contenti”, quando il principe arriva a palazzo e si toglie i vestiti della festa. Dice di quei coniugi che vivono la loro relazione come se si trattasse di un contratto, facendo valere i propri diritti, l’uno nei confronti dell’altro. Menziona anche la schiavitù a cui il moderno femminismo condanna la donna, esigendo che sia una perfetta lavoratrice, moglie, madre e padrona di casa. Ci sono dentro pannolini, punti di sutura, l’allattamento, la playstation. Critica la condanna imposta ai bambini, che in paesi come il suo (l’Italia), e in questo caso anche come il nostro, si vedono privati delle madri quando più ne hanno bisogno, a differenza di quanto accade nei paesi del centro e nord Europa.
E prima di tutto, pone l’accento specialmente sul fatto che l’uomo e la donna possano ritrovare il proprio posto all’interno del matrimonio, delle proprie famiglie. Parla del servizio, scelto liberamente e per amore, della donna verso la sua famiglia, e della dedizione reciproca dello sposo. Rifiuta l’idea attuale di parità, secondo la quale gli uomini e le donne devono dividersi gli stessi compiti nella stessa misura, dando piuttosto a ciascuno pari dignità, in ciò per cui si è chiamati, ciò che è naturale per ognuno, dove può dare il meglio.
Esalta il ruolo vitale della donna nella famiglia, come colei che unisce, sostiene, consola; ricorda la sua intelligenza, la sua capacità di far sì che l’uomo arrivi ad essere la guida amorevole della famiglia, disposto a dare la vita in essa e per essa.
Che poco si parla oggigiorno nella Chiesa di tutte queste realtà che gli sposi vivono giorno per giorno. Che poco della routine che li erode e li distrugge. Che poco del mutuo servizio. Che poco della donazione. Allo stesso modo, non basta esortare ad aver figli se poi non c’è alcun accompagnamento nel nuovo, vasto e sconosciuto universo in cui uno si addentra con loro.
Perciò sarebbe utilissimo che lo leggessero i fidanzati che si preparano al matrimonio, aprendo loro gli occhi a ciò che vi troveranno, che non sono i principi e le principesse e le stucchevoli storie con cui Hollywood ci martella dalla nostra più tenera infanzia. Ugualmente risulterebbe pratico per tante coppie che si sentono perdute. E anche, mi perdonerete, per tanti sacerdoti che di fronte alla problematica che deve affrontare un matrimonio nel suo cammino quotidiano, sono più persi della madre di Marco. (v. “Dagli Appennini alle Ande”, n.d.t.)
Non posso terminare senza ricordare che il demonio cerca, insistentemente, di distruggere i matrimoni cristiani. Per lui è un’ossessione. Questo libro, in quanto può essere di aiuto agli sposi, di sicuro è ugualmente da lui odiato. La persecuzione suscitata al libro, all’autrice, alla casa editrice e allo stesso Arcivescovo di Granada lo testimoniano. Tenetelo presente qualora vi invitassero a condannarlo. So che molti si stracceranno le vesti davanti a questo (“chi ti credi di essere”, “che impudenza”, etc.) però che Dio sia benedetto se servirà a che una sola persona si ricreda sul fatto che, criticando ciò che non si conosce (curiosamente in sintonia con partiti politici, sindacati e mezzi di comunicazione, che già pensano e decidono per noi), forse stiamo preparando la stanza degli ospiti per il demonio.
fonte: Religion en Libertad - traduzione Sebastiano Zappalà
sabato 23 novembre 2013
L' INFERNO
«Inferno» ...
L’ultimo Dan Brown? |
I fiorentini descritti nel predestinato bestseller fanno colazione con olive al forno e lampredotto
E’ ben noto come Gesù Cristo, minacciando il castigo per gli empi, fa riferimento a una certa “Geenna”, della quale si sente raramente trattare. E invece, come ogni parola del divino Maestro, essa merita una grande attenzione, perché il tema tocca la questione della salvezza o della dannazione eterna.
Sappiamo che si riferisce all’inferno. Ma perché usa proprio quell’espressione? Che vuol dire? Che significato ha? Non si tratta, come vedremo, di semplice significato di parole, ma di una profonda ed interessante questione teologica.
Questa “Geenna” o “Gehenna”, infatti, termine presente nelle traduzioni italiane del Vangelo, è “trascrizione latina della parola greca che, a sua volta, non è se non la ellenizzazione dell’aramaico ge hinnòm, valle di Hinnom”. Si tratta di una valle a sud-est di Gerusalemme, dove ai tempi di Cristo si bruciavano i rifiuti, oggi diremmo un inceneritoio, come ne vediamo ormai tanti soprattutto nei pressi della grandi città.
Era stato adottato questo luogo perché continua >>>qui
La Divina Commedia - Inferno - Canto I° Tutto Dante - 01 - Roberto Benigni
- Inferno - Canto Primo
Paradiso
GIRONI DELL'INFERNO
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Purgatorio
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